Racconto

In Alpe

testo e foto di Bruno Bossini  / Cellatica (BS)

30/12/2018
4 min
logo blogger contest2018_ita_senza feccia
I temporali di questi primi giorni d’ottobre hanno portato una spolverata di neve in cresta alle quote più alte.

L’aria si è fatta fresca e le giornate si sono accorciate. La nebbia corre veloce tutte le mattine verso Punta Setteventi. Il torrente che esce dal laghetto sopra la malga è cresciuto di portata e tutt’intorno il pascolo è diventato un pantano.
Domani si smonta. Così ha deciso la montagna. Non esistono regole scritte, solo segnali da interpretare.
Prima, però, devo cagliare l’ultimo latte munto. Nella grande bocca del fuoco, la legna scoppietta sotto la caldaia di rame annerita. Seduto li accanto, guardo il movimento della fiamma: la sua luce proietta la mia ombra ingigantita sulle pareti della sala. La fiamma che arde fa crescere in me la nostalgia per questo luogo che amo tanto ma che devo lasciare, ogni anno di questo periodo, in un rito che si ripete.

Sulla piastra della stufa in ghisa sbuffa a singhiozzo il paiolo con l’acqua che servirà per lavare i ferri del mestiere.

Sulla cappa del camino, fa bella mostra una fotografia della malga durante l’inverno quando la neve ricopre quasi tutto; accanto un mozzicone di candela e una mezza bottiglia di grappa regalatami da Piero, un escursionista che si è intrattenuto qualche ora nel mese di agosto. La lampadina alimentata con l’energia del generatore cerca di fare luce al centro della stanza. Tutt’intorno penombra e fumo. La tela cerata a quadretti bianchi e rossi rende presentabile il tavolo. Sulla piastra della stufa in ghisa sbuffa a singhiozzo il paiolo con l’acqua che servirà per lavare i ferri del mestiere. Sul tagliere di legno segnato da mille fendenti un valzer di mosche si muove tra resti di salame, mollica di pane e tabacco sfuso.

Scaldo a 36 gradi il latte in caldaia e poi il caglio farà il suo dovere: profumo di burro, di latte cotto, di animale si spande nella casera. L’occhio esperto mi dice che è giunta l’ora dello zafferano. Lascio cadere un paio di pistilli e con foga spingo su e giù lo spino in un movimento che colora il latte d’un bel giallo paglierino.
Riscaldo nuovamente la cagliata sino a farle raggiungere i 50 gradi. Affondo la mano raccogliendone una manciata e procedo all’assaggio. Scricchiola sotto i denti. Buon segno. Ha spurgato per bene. Metto tra i denti un lembo del telo di lino che immergo nella caldaia e con forza, a due mani, estraggo la massa caseosa.
La formo, la spremo, la ribalto. Stringo la fascera e copro il tutto con un canovaccio che fermo con una grossa pietra. Adesso il formaggio riposerà al caldo per qualche ora. All’indomani la salatura a secco e poi giù in cantina per dodici lunghi mesi. Qui, l’umidità, il silenzio e il buio faranno il loro dovere durante il periodo della stagionatura.

Campanacci agitati suonano melodie gioiose. Domani si scende a valle.

Mi siedo. Verso un bicchiere di vino rosso e rullo una sigaretta con il tabacco che è rimasto. Socchiudo gli occhi e riavvolgo nella mente il nastro di questa estate in Alpe. Cerco di ricordare le ore trascorse sul pascolo, sui prati magri tra le rocce: corre l’immaginazione da una cima all’altra, ascolto il silenzio e rivivo ora per ora questi tre mesi in malga.
Le vacche riposano sotto il grosso porticato di pietra e lamiera fuori a sinistra. Campanacci agitati suonano melodie gioiose. Domani si scende a valle.

Bruno Bossini

Bruno Bossini

Ho 40 anni e mi occupo di selezionare formaggi di montagna. Per questo motivo sono spesso per malghe ed alpeggi.


Il mio blog | Altitudini è il mio blog.
Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Smise di piovere che eravamo in vista del rifugio, in un fine settimana dalle... Smise di piovere che eravamo in vista del rifugio, in un fine settimana dalle previsioni... ...

Quando penso: “macacchio, sonoinchiodataaterra”, mi guardo sotto la cintola e vedo una grossa coscia... Quando penso: “macacchio, sonoinchiodataaterra”, mi guardo sotto la cintola e vedo una grossa coscia farsi largo contro la forza di gravità, seguita faticosamente a...

Ai lati ci sono quattro stanze, due per lato. Una è blu. Di questa... Ai lati ci sono quattro stanze, due per lato. Una è blu. Di questa non ho misure. So solo che è blu. ...

Non ricordo la prima volta che lo vidi, ma è uno dei miei primi... Non ricordo la prima volta che lo vidi, ma è uno dei miei primi ricordi. Eravamo nell’orto con mio fratello e nonno Rnéstu che...

Ancora pochi mesi e avrebbe spento 100 candeline. Anna Maria Rigoni “Haus”, moglie dello... Ancora pochi mesi e avrebbe spento 100 candeline. Anna Maria Rigoni “Haus”, moglie dello scrittore Mario Rigoni Stern, è mancata venerdì 19 novembre nella...

Jeanne Immink fu una delle prime donne a liberarsi delle gonne e arrampicare vestita... Jeanne Immink fu una delle prime donne a liberarsi delle gonne e arrampicare vestita da uomo. E' conosciuta soprattutto per la salita del Camino...

Intervista a Teresio Valsesia a 50 anni dall’istituzione delle riserve naturali piemontesi del Monte... Intervista a Teresio Valsesia a 50 anni dall’istituzione delle riserve naturali piemontesi del Monte Pedum e del Monte Mottac, due aree protette da cui...

Epifania è una storia che racconta la mia ricerca di un’ispirazione, una svolta sul... Epifania è una storia che racconta la mia ricerca di un’ispirazione, una svolta sul modo di vedere il mondo, e poterla rappresentare con un...

Il momento sembrava ideale. Mia moglie era andata via definitivamente (no, non era morta.... Il momento sembrava ideale. Mia moglie era andata via definitivamente (no, non era morta. Era finita in Costa Rica con quello che si diceva...

«Bambini, allora prendete la giacca che si parte, siete andati in bagno?». Ecco le... «Bambini, allora prendete la giacca che si parte, siete andati in bagno?». Ecco le parole che ancora sento nelle orecchie quando devo partire. Sono passati...