Racconto

Primo tentativo sul Cervino

La salita nel manto bianco. La bellezza della passione della montagna si fonde con la fotografia.

testo e foto di Michele (Tita) Bertelle  / Feltre (BL)

Tramonto da capanna Carrel
30/04/2020
4 min
logo bc2015 x150
Ho aperto la porta, sono stato colpito dal vento gelido della notte che mi ha quasi riportato a letto.

Dopo aver salito il Rosa nell’estate 2012 e il Bianco nel 2013, il 2015 è l’anno del Cervino; così sabato 29 agosto, io e mio papà, siamo partiti da Feltre e dopo circa 5 ore di viaggio siamo arrivati a Cervinia; era buio e subito non abbiamo visto altro che nuvole, ma poi ecco: una guglia di roccia e neve alta 4478 metri che torreggiava sopra di noi.

Il giorno dopo, preparati gli zaini siamo pronti a partire verso il rifugio Lo Riondè.
Da qui il sentiero si fa più stretto e ripido, intervallato da lastroni di roccia inclinati. Passato un canalino si continua costeggiando un nevaio fino ad uscire in cresta, proprio sotto lo spigolo. Alle ore 14 raggiungiamo il Colle del Leone a 3550 m da dove si spazia con lo sguardo sia sul versante nord, quasi verticale e completamente coperto di ghiaccio e neve, sia quello sud, non meno ripido, ma decisamente meno ghiacciato. Da lì parte il tratto più duro: 300 m di dislivello lungo lo spigolo del Cervino tra neve e rocce con vari punti verticali poco attrezzati.

Dopo due tiri di corda arriviamo alla capanna Carrel. Più che un bivacco sembra un nido di aquila, è appoggiato sulla cresta ovest del Cervino a 3850 m e sul davanti c’è una terrazza panoramica dalla quale si gode un vista splendida verso il tramonto. Dietro di noi torreggiava il Cervino e lungo lo spigolo quasi verticale si intravedevano i canaponi che segnano la via per la cima; al solo vederli nella nostra mente cominciò ad insinuarsi il dubbio di dover rinunciare, ma ci avremmo pensato l’indomani: per il momento l’importante era mangiare qualcosa e goderci lo spettacolo del tramonto cercando di fare qualche bella foto, soprattutto perché non aveva nessun senso aver portato 2 kg di macchina fotografica fino a lì per niente.

A mano a mano che scattavo il sole era sempre più basso e mi sembrava sempre più bello, ma anche sempre più freddo. Ormai il sole era sceso e con lui anche la temperatura, la zuppa calda dopo una giornata di freddo e fatica era quasi d’obbligo, come la giacca a vento pesante. Ormai era arrivata l’ora in cui tutto si ferma, la neve si ghiaccia e tutti vanno a dormire (nel bivacco c’erano circa 40 persone), ma io restavo ancora fuori a scattare le ultime foto alla notte che stava arrivando e mentre scattavo pensavo all’indomani.

Alle 3 ho deciso di uscire a vedere com’era la situazione e appena ho aperto la porta sono stato colpito dal vento gelido della notte che mi ha quasi riportato a letto (soffiava a circa 40-50 km/h). Abbiamo deciso di non salire.

Certe volte in montagna bisogna saper rinunciare anche se non è quello che vorremmo fare, ma soprattutto bisogna imparare a conoscersi, sapere qual è il proprio limite e non superarlo mai per non mettere in pericolo se stessi e quelli che magari poi vengono ad aiutarti.

Michele (Tita) Bertelle

Michele (Tita) Bertelle

Sono uno studente universitario appassionato di montagna e fotografia naturalistica.


Il mio blog | Nel mio blog pubblico le storie dei giri che mi hanno colpito di più per qualche motivo o di esperienze particolari che ho fatto in contatto con la natura.
Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Nei pullman con i finestrini appannati nessuno parla. C’è ancora l’odore dei... ... Nei pullman con i finestrini appannati nessuno parla. C’è ancora l’odore dei... ...

Traversata in solitaria del Parco Nazionale del Sarek (contea svedese di Norrbotten). Nessun sentiero,... Traversata in solitaria del Parco Nazionale del Sarek (contea svedese di Norrbotten). Nessun sentiero, nessun segnavia, poche tracce di uomini e renne. ...

La Translagorai in autonomia e senza lasciare traccia. E’ il messaggio di Leonardo ed... La Translagorai in autonomia e senza lasciare traccia. E’ il messaggio di Leonardo ed Elisa che dicono che è possibile muoversi rispettando la vocazione...

Katarì dar månn, per tutta la vita, l’uomo; e allora che uomo sia, anche... Katarì dar månn, per tutta la vita, l’uomo; e allora che uomo sia, anche se i tuoi pensieri sono di donna, i tuoi desideri...

Valzer per un amico, l'ultimo libro di Erminio Ferrari (Tararà Edizioni), racconta di una... Valzer per un amico, l'ultimo libro di Erminio Ferrari (Tararà Edizioni), racconta di una montagna che è vita, ma sempre difficile da comprendere fino...

A cavallo tra le provincie di Enna e Caltanissetta c'è uno dei maggiori polmoni... A cavallo tra le provincie di Enna e Caltanissetta c'è uno dei maggiori polmoni verdi del centro della Sicilia. Dal fondovalle pianeggiante del fiume...

La storia degli ultimi sei abitanti di Monteviasco, il borgo che non ha mai... La storia degli ultimi sei abitanti di Monteviasco, il borgo che non ha mai avuto una strada. ...

Escono sul ghiacciaio, quel poco rimasto, annerito, indurito... ... Escono sul ghiacciaio, quel poco rimasto, annerito, indurito... ...

Arrivai a Sydney con i capelli lunghi e in tasca 150 mila lire, senza... Arrivai a Sydney con i capelli lunghi e in tasca 150 mila lire, senza conoscere nemmeno una parola d’inglese e nessuna paura. Trovare un...

N. avrà avuto undici anni - tra i dieci e i dodici comunque, anche... N. avrà avuto undici anni - tra i dieci e i dodici comunque, anche se l’età esatta non è fondamentale; importante, non fondamentale... ...