Reportage

Rovereto terra di scoperte e di avventure

testo di Gabriele Gallo, foto AFF

Mart - museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
24/07/2019
5 min
Quarantamila abitanti nel cuore della Vallagarina, là dove il Veneto e il Trentino si fondono in un abbraccio verdeggiante.

Una pianura fluviale che sa di montagna, un’insenatura italica che profuma di Asburgo e di Impero Austro-Ungarico. Eccola, in sintesi, la città di Rovereto: un amalgama di natura e storia, arte e cultura, per un paesaggio eterogeneo su cui lo scorrere del tempo e il fluire dell’Adige hanno lasciato cicatrici indelebili da scoprire e da assaporare lentamente. Impossibile, allora, non tuffarsi a capofitto nei contenitori museali d’eccezione che la città custodisce. Il Museo Storico Italiano della Guerra, ad esempio, allestito nelle meravigliose sale del Castello. Uno dei principali siti espositivi dedicati alla Prima Guerra Mondiale, ma anche una straordinaria rassegna informativa sulla composizione degli eserciti, sulle guerre tra Ottocento e Novecento e sulle armi di età moderna.

Imperdibili, poi, la dissacrante Casa d’Arte Futurista Fortunato Depero (l’unico museo italiano fondato materialmente da un futurista) e l’incredibile Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Un inno agli ultimi centocinquant’anni di storia dell’arte italiana e internazionale che si innesta su un’architettura rivoluzionaria e ariosa, dove i vetri, le forme, le luci e le ombre si compenetrano e si inseguono senza soluzione di continuità.

Una città che coinvolge il fruitore di passaggio con avventure sospese tra la sfera sociale e la dimensione più naturalistica, ma soprattutto una città che racconta di storie, evoluzioni e conquiste e che sa raccontarsi attraverso strade, palazzi e aree verdi. Il palcoscenico ideale, insomma, per ospitare l’ottava edizione dell’Avventure Film Festival, atavica appendice degli Adventure Days, per la prima volta sfasata temporalmente e geograficamente da questi ultimi, svoltisi quest’anno nel mese di maggio a Canale di Tenno. Dal 12 al 14 luglio scorsi, invece, sono andati in scena nel centro di Rovereto proiezioni cinematografiche, incontri, mostre e workshop accomunati dalla voglia di avventura e di evasione e uniti dall’esigenza del raccontare e del condividere. Bar, giardini, piazze, librerie e sale espositive i contenitori scelti per i singoli appuntamenti, perché l’avventura va diffusa nello spazio e non si può imprigionare in un luogo specifico. A far da sottofondo alla tre giorni le illustrazioni di Jeremy Collins (esploratore, alpinista e artista eclettico capace di pennellare con tratto sapiente il respiro autentico della natura) e le foto calde e brulicanti di emozioni di Gianna Ossena, abile a trasportare il visitatore in un caleidoscopico viaggio cromatico ai confini della terra tra luci, colori e paesaggi.

Manolo intervistato da Andrea Benesso
Edoardo Fracchia

Illuminante, poi, nel pomeriggio di venerdì la testimonianza di Silvia Gottardi, cestista ex professionista e oggi blogger e commentatrice televisiva, che insieme alla moglie Linda Ronzoni (graphic designer e direttrice della Fondazione Il Lazzaretto) ha dato vita al progetto “Cicliste per caso”, volto a raccontare genti e territori con l’occhio attento e sostenibile della bicicletta. Una storia di avventura e di amore, ma anche di emancipazione femminile e di libertà soprattutto. Nella giornata di sabato piccola nota dolente la sovrapposizione temporale tra la friulana Ilaria Tuti e la sua “Ninfa dormiente” (con le indagini del commissario Letizia Battaglia che abbracciano ancora una volta ambienti selvaggi e reconditi) e l’evergreen feltrino Maurizio Zanolla, ospite con il suo racconto di vita “Eravamo immortali”. Un Manolo scrittore e oratore senza filtri, lucido nel ripercorrere le evoluzioni umane e sportive che lo hanno portato ad entrare nell’olimpo degli scalatori internazionali, onesto nel delineare alcuni tratti del proprio carattere, acuto nel fotografare la vitale ma sfaccettata realtà sociale della sua adolescenza. Avventura e coraggio, ma anche paura, fortuna e voglia di libertà, oggi come allora.

Raffaele Pizzati Sertorelli
Cecilia Bozza Wolf

Protagonista indiscussa del weekend roveretano, però, è stata ovviamente la cinematografia. Sotto forma di workshop didattico (con Edoardo Fracchia, Cecilia Bozza Wolf e Raffaele Pizzati Sertorelli), ma soprattutto con le proiezioni all’aperto nel Giardino delle Sculture del MART. Una fruizione libera nei costi e negli spazi, per sancire simbolicamente una fusione tra i singoli corto o mediometraggi e la città intera.

Cento i film arrivati da oltre trentotto paesi del mondo, a testimonianza del respiro internazionale che la manifestazione ha ormai raggiunto. Quattordici, invece, i finalisti scelti dalla giuria per una declinazione olistica del concetto di avventura, senza limiti di spazio, di contenuti e di età. Dal mare alla montagna, dal ciclismo allo sci, dall’arrampicata alla vela, dalla neve alla roccia. Tra sogni e desideri di rompere gli schemi e di andare oltre, un omaggio all’uomo che non si arrende, ma soprattutto un elogio alla natura e al perdersi tra le sue braccia. Perché l’avventura, dopotutto, è spesso un salto nel buio verso qualcosa che non conosciamo e non dominiamo. La vera ebbrezza, allora, sta nel mantenersi in equilibrio lungo il crinale che separa l’incoscienza dalla lucidità. I quattordici finalisti dell’Avventure Film Festival 2019 lo hanno fatto, raccontando con le parole e con le immagini personaggi intenti a lottare con limiti endogeni ed esogeni, per inseguire semplicemente un sogno o una speranza. A trionfare, per la cronaca, è stato “Breskell” di Dominic Joyce, menzione speciale invece per “Hunters” di Benjamin Bucher.

Una manifestazione che merita senza dubbio di crescere in termini di pubblico e di visibilità, ma che ha probabilmente trovato la sua giusta collocazione in una città che è da sempre terra di passaggio e di frontiera, perfetta quindi per accogliere viaggiatori curiosi, esploratori e amanti dell’avventura.

da sx: Christian Cinetto, di Jengafilm e direttore artistico del festival con il regista e i sceneggiatori di Dreamers in Gaza
da sx: Christian Cinetto, di Jengafilm e direttore artistico del festival con il regista e i sceneggiatori di Dreamers in Gaza

Gabriele Gallo è tra i premiati della edizione 2018 del Blogger Contest. Nelle veste di “inviato speciale” Gabriele ha raccontato ai lettori di altitudini.it l’edizione 2019 dell’Avventure Film Festival che si è svolta a Rovereto dal 12 al 14 luglio 2019.

Gabriele Gallo

Sono un giornalista della provincia di Cuneo che si immerge nelle viscere più profonde di un territorio cercando di carpirne i segreti e le distorsioni, i respiri e i rimpianti. La scrittura è ad oggi il mio unico mezzo per trasmettere agli altri ciò che vedo e ciò che sento.


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