Racconto

#32
DA EL CHALTEN A VILLA O’HIGGINS: UN CONFINE ALLA FINE DEL MONDO!

I confini tra Cile e Argentina sono meravigliosi. Basta aprire un mappamondo per capire che per passare dall’Argentina...

testo e foto di Andrea Alessandrini  / Angera (VA)

13/01/2022
7 min
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Da El Chalten a Villa O’Higgins: un confine alla fine del mondo!

testo di Andrea Alessandrini

I confini tra Cile e Argentina sono meravigliosi. Basta aprire un mappamondo per capire che per passare dall’Argentina al Cile bisogna in qualche modo attraversare le splendide Ande.

Ci sono confini posizionati ad altitudini assurde, come il Paso de Jama a 4200 metri, oppure il Paso de Los Libertadores, che collega Santiago a Mendoza ed è un continuo susseguirsi di magnifici tornanti. Infine, c’è un confine assurdo, un confine alla fine del mondo, quello che collega El Chalten a Villa O’Higgins, nella Patagonia più profonda: in questo scritto racconterò la mia avventura per attraversare questo confine!

El Chalten è una piccola cittadina attorniata dalle montagne più famose del continente sudamericano: i turisti raggiungono questa cittadina per vedere da vicino i magnifici Fitz Roy e Cerro Torre. El Chalten è stata costruita circa quarant’anni fa: nei primi anni del decennio 1980 El Chalten ancora non esisteva, ed era sostanzialmente un territorio di nessuno. Il governo argentino decise di costruire le prime case ed il turismo arrivò rapidamente: il Cile si rese conto dell’occasione persa, e tentò di appropriarsene senza successo.

Per raggiungere El Chalten bisogna guidare per circa tre ore da El Calafate, altra cittadina famosa nel mondo del turismo globale grazie al suo meraviglioso Parque Los Glaciares, comprendente l’iconico Perito Moreno. Ho visitato El Chalten in due occasioni: la seconda volta ho usato questa magnifica cittadina come base prima di intraprendere la Carretera Austral in bici. Da El Chalten, infatti, si può raggiungere Villa O’Higgins, la cittadina cilena da dove inizia (o finisce, a seconda del lato) la Carretera Austral. Questa strada, nota anche come RN7, unisce infatti Villa O’Higgins a Puerto Montt, altra cittadina cilena ubicata nella regione dei laghi. La Carretera Austral è stata costruita con lo scopo preciso di collegare la Patagonia cilena al resto del Paese: effettivamente, l’impressione visitando questa zona del Pianeta è quella di essere alla fine del mondo!

L’attraversamento del confine da El Chalten a Villa O’Higgins richiede una giornata intera. Infatti, bisogna prendere inizialmente un bus, poi un traghetto, poi fare un trekking di 22 km ed infine un’altra barca. Il primo bus collega El Chalten alla Laguna del Desierto. Il tragitto dura circa un’ora e mezza, e permette di ammirare il Fitz Roy in tutta la sua grandezza. Una volta arrivato alla Laguna del Desierto c’era una barca pronta ad aspettarmi: questa barca attraversa tutta la Laguna, impiegandoci circa mezz’ora. Alla fine della traversata c’è una capanna, rappresentante la gendarmeria argentina: i doganieri mi hanno messo il timbro di uscita dal Paese sul passaporto e mi hanno ricordato che da lì avrei dovuto camminare per 22 km nel mezzo del nulla fino a raggiungere il Lago O’Higgins, dove avrei dovuto prendere il battello con destinazione Villa O’Higgins. Mi hanno inoltre detto che il battello sarebbe partito alle 17: essendo le 11, avevo a disposizione solo sei ore per completare i 22 km di cammino.

“Ho camminato per circa sei km con le scarpe in mano, letteralmente guadando alcune pozzanghere piene di melma.“

Il percorso inizia subito in salita: il sentiero non è ripido e permette di arrivare ad un balcone con una vista strepitosa sulla Laguna del Desierto e sul Fitz Roy. Dopo circa un km sono entrato in una zona boschiva ed ho trovato una sorpresa, inaspettata e non piacevole: melma, tanta melma! Avevo con me solo un paio di scarpe, che avrei dovuto utilizzare già nella giornata successiva per la prima tappa della Carretera Austral. Mi sono reso conto immediatamente che sprofondavo nella melma, che arrivava all’altezza degli stinchi. Mi sono bastati pochi passi per prendere la decisione definitiva: dovevo togliere le scarpe e procedere solo con le calze, in modo tale da non rovinare le scarpe. Il pezzo melmoso ha ovviamente rallentato il mio ritmo: ad un certo punto ho iniziato ad essere pessimista sulla riuscita del progetto, in quanto iniziavo ad essere in ritardo sull’orario del battello. Ho camminato per circa sei km con le scarpe in mano, letteralmente guadando alcune pozzanghere piene di melma. Finalmente ho visto un pianoro, che rappresentava la fine della parte melmosa! Due cartelli indicano il confine geografico: hasta luego Argentina y bienvenido a Chile! Mancavano circa 16 km, ma ormai avrei camminato lungo una comoda strada di montagna: il battello non era più a rischio!

La camminata era piacevole: ho incontrato due o tre ciclisti che pedalavano in senso opposto al mio e ci siamo salutati calorosamente, facendoci i complimenti a vicenda per l’impresa. Gli ultimi quattro chilometri del cammino sono veramente uno spettacolo naturale: la strada continua in discesa fino al Lago O’Higgins, che è tinto di uno splendido colore azzurro. Ero estasiato davanti a tale bellezza, ed avevo sempre più la sensazione di essere ai confini del mondo conosciuto!

Finalmente, dopo 21 km di cammino sono arrivato alla dogana cilena: erano le quattro ed avevo ampio margine di tempo per prendere il battello. I doganieri cileni mi hanno messo il timbro sul passaporto: ho fatto notare che il timbro era diverso rispetto agli altri che avevo e mi risposero: «Noi siamo carabineros, abbiamo anche i timbri più belli!». Mi hanno dato però una cattiva notizia: il battello, previsto per le cinque, non sarebbe partito a causa delle onde. Ero abbastanza disperato: avevo pochi giorni a disposizione e soprattutto non sapevo dove dormire! I carabinieri mi hanno subito confortato dicendomi che c’era un campeggio vicino al Lago e che il giorno dopo il battello sarebbe sicuramente partito.

Uscito dalla dogana ho visto un magnifico campo da calcio, con alcuni splendidi cavalli: ho chiesto ai carabinieri se fosse possibile giocare a calcio e la risposta è stata: «Claro que sì! Ti aspettiamo domani alle 10, Cile contro il resto del mondo!».

“Ho anche detto ai carabineros che un giorno sarei tornato e che avrei raccontato a più gente possibile la bellezza del posto e la loro gentilezza.“

Infatti, una volta arrivato al campeggio ho trovato altri ragazzi: alcuni di loro erano fermi da ben quattro giorni! Ho subito detto loro della proposta dei carabineros, e ci ho messo pochissimo tempo a formare una squadra. Il campeggio si è rivelato splendido: i proprietari mi hanno raccontato le loro esperienze di vita, e mi sono reso conto che nella sfortuna del ritardo sono stato fortunato a conoscere queste splendide persone, in un posto meraviglioso! Mi hanno inoltre spiegato che il confine è transitabile solo nella stagione estiva: gli argentini sono più lascivi e lasciano ai trekker la possibilità di raggiungere il Cile… ma i doganieri cileni sono inflessibili e rimandano i trekker indietro! Nonostante avessi una tessera SIM cilena non ero purtroppo in grado di contattare la guesthouse di Villa O’Higgins: ancora una volta i proprietari del campeggio si sono rivelati squisiti, e riuscirono a chiamare il proprietario della guesthouse di Villa O’Higgins dicendo loro che sarei arrivato il giorno successivo.

La mattina successiva alle dieci ci siamo recati al campo di calcio. I carabineros erano già sul campo e si stavano allenando: la partita si sarebbe disputata regolarmente! Abbiamo giocato per ben due ore, e la partita è stata tosta e combattuta. Il resto del mondo, comprendete italiani, spagnoli, israeliani e tedeschi, l’ha spuntata contro la squadra di casa per 8-7, al golden gol! I carabineros ci hanno fatto i complimenti, ed ovviamente c’è stato il terzo tempo a suon di birre. Al momento dei saluti avevo il magone: quel ritardo di 24 ore si è rivelato un’esperienza di vita magnifica! Ho anche detto ai carabineros che un giorno sarei tornato e che avrei raccontato a più gente possibile la bellezza del posto e la loro gentilezza.

Sono tornato dunque al camping a prendere il mio zaino, ed ancora una volta il momento dei saluti è stato difficile: anche i proprietari del camping si sono rivelate splendide persone! Verso le 17 abbiamo visto la barca arrivare: era finita l’esperienza alla fine del mondo! L’attraversamento del lago O’Higgins è stata un’altra avventura: infatti, il lago era abbastanza mosso e ci siamo bagnati completamente più volte. Il lago, come detto in precedenza, ha un colore bellissimo: i marinai mi hanno spiegato che il mese precedente la barca ufficiale si era rotta e stavamo navigando su una piccola barca sostitutiva. Inoltre, mi hanno vivamente consigliato di tornare in quella zona per ammirare da vicino i ghiacciai: ho risposto che avrei fatto di tutto per tornarci in quanto la natura della zona mi ha lasciato a bocca aperta.

Siamo arrivati a Villa O’Higgins verso le 10 di sera. La guesthouse El Mosco è il punto di ritrovo dei ciclisti della Carretera Austral: il proprietario mi ha preparato una zuppa di lenticchie e mi ha fatto vedere la cosa fondamentale, ossia la bici con la quale avrei pedalato lungo i 1100 km della Carretera Austral! Nella mattinata successiva ho fatto un piccolo giro per la cittadina di Villa O’Higgins, alla ricerca di cibo che sarebbe venuto molto utile per la prima tappa ciclistica: avevo ancora la sensazione di essere alla fine del mondo, in una cittadina che ricordava le location dei film western di Sergio Leone! Continuavo a rimanere estasiato, ed ero ormai pronto ad iniziare la lunga pedalata di quindici giorni: un’avventura era finita e un’altra, ancora più lunga, era all’inizio!

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Andrea Alessandrini

Andrea Alessandrini

Ciao! Sono Andrea Alessandrini, un blogger, viaggiatore, runner e ciclista: lasciatemi negli spazi aperti e sono felice!


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1 commenti:

  1. Carlosr Roberts ha detto:

    Molto buono il relato! Farò questa attraversata nel Marzo prossimo e mi sto informando. Grazie mille! Carlos

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