Itinerari della parete nord est
Avvicinamento: il punto di partenza è la valle di San Lucano (località I Chin) dove si segue un ripido sentiero e si raggiunge il bivacco Enzo Cozzolino (1400 m), in circa 2 ore. Nel caso di avvicinamento allo Spigolo nord si segue lo stesso sentiero, ma non si raggiunge il bivacco: appena dopo il tratto attrezzato con corde, si esce dal bosco alla base della parete e un diedro erboso indica l’inizio della via.
1 – Cuore. Lorenzo Massarotto e Sandro Soppelsa, 16 e 17 agosto 1981, 1200 m, VI-VI+ e A2. Splendido itinerario, molto impegnativo e pochissimo ripetuto. In via sono presenti una quindicina di chiodi e qualche cuneo. Sale nella parte sinistra della parete nord est, nella zona convessa e, per questa peculiarità, la parete nasconde la sua parte superiore a chi non le si avvicina. Salita caratterizzata da lunghe traversate sotto a strapiombi che rendono molto difficoltoso un eventuale rientro a corda doppia.
2 – Messner-Holzer (o Sudtirolesi). Reinhold e Gunther Messner e Heini Holzer, 17 e 18 agosto 1967, 1400 m, VI, A2. Bellissima e davvero ambita salita, abbastanza ripetuta, ben più impegnativa della “Jori”. Sale prima lungamente verso destra, poi verticalmente per placconate e poi verso sinistra, fin quasi alla base del grande scudo giallo e strapiombante, da cui si prosegue lungo la serie di fessure alla sua sinistra. Questo ultima, impegnativa, sezione risulta spesso bagnata e può essere evitata salendo verso sinistra gli ultimi tiri della via del cuore. In questo modo però si evita la parte più caratteristica dell’itinerario. Sono presenti alcuni chiodi nei tratti più impegnativi.
3 – Bee. Riccardo Bee, marzo 1980, 850 m (oltre a 450 metri finali in comune con la Messner-Holzer), VI e A1. Via molto diretta, che permette di rettificare la Messner e che sale il caratteristico colatoio nero posto a destra della grande macchia gialla inferiore della parete nord est. L’ultimo tratto è in comune con la Messner. Pochissimi chiodi in parete, non risultano ripetizioni.
4- La storia infinita. Miroslav e Michal Coubal, 12-15 luglio 1990, 1350 m, VIII-. Salita estremamente impegnativa, continua nell’impegno richiesto e mai ripetuta, che percorre l’ampia parete compresa tra la Jori e la Messner-Holzer. Alcuni chiodi sono presenti sulle lunghezze più difficili, ma complessivamente la via risulta poco protetta. L’uscita avviene lungo placche verticali e nerastre poste a destra del grande e strapiombante scudo giallo. Secondo i primi salitori, il tratto chiave sembra proteggibile anche utilizzando alcuni spuntoni naturali. La roccia è complessivamente buona. Prevedere almeno 1 bivacco in parete.
5 – Polacchi (non tracciata per mancanza di informazioni dettagliate). Riszard Zawadzki, Jarzi Brudny, Mavian Kata, Adam Traska e Kazimierz Liska, 1-3 agosto 1968. La via, mai ripetuta e di cui non si riesce a reperire relazione o notizie, percorre i grandi spazi tra la Jori e la Messner-Holzer, uscendo molto probabilmente a destra de La storia infinita. Gran parte della salita è stata percorsa da M. De Martin, S. Soppelsa e B. Schena nel 1987, che, nella parte superiore della parete, hanno continuato sulle impegnative placche a destra della Jori lungo una riga nera, con difficoltà fino al VII-.
6 – Jori. Francesco Iori, Arturo Andreoletti e Alberto Zanutti, 14 e 15 settembre 1921, 1500 m, V+. E’ la prima via tracciata sulle pareti settentrionali dell’Agnèr, lunghissima e ripetuta frequentemente. Sale il lungo sistema di colatoi e camini, molto evidente dal fondovalle, su roccia sempre buona. Mediamente sono necessarie almeno una decina di ore per completare la via e, a volte, si impone il bivacco. A metà percorso è possibile rendere più lineare e diretta la salita seguendo la variante Buscaini-Metzeltin (difficoltà VI), che rende ben più impegnativa la scalata. Alcuni chiodi in parete.
7 – Dante Guzzo. Lorenzo Massarotto e Giovanni Groaz, settembre 1988, 1100 m, VII-. Itinerario che segue per 400 metri la Jori e poi continua lungo una serie di camini e supera un’evidente parete nera di circa 300 m di dislivello (tratto chiave della salita). Pochi chiodi in parete, ma possibilità di utilizzo di assicurazioni naturali nei tratti chiave.
8 – Luciano Cergol. Lorenzo Massarotto e G. Rebeschini, settembre 1989, 1500 m, VII-. Segue la via Massarotto-Costantini per circa 350 m per poi continuare alla sua sinistra lungo placconate impegnative e traversate tra gli strapiombi. Non si registrano ripetizioni.
9 – Massarotto-Costantini. Lorenzo Massarotto e Daniele Costantini, estate 1988 1100 m,V+. E’ l’ultima via a destra della parete nord est prima dello Spigolo nord, con cui è in comune negli ultimi 350 metri. Non risultano ripetizioni e probabilmente le difficoltà sono da rivalutare verso l’alto.
10 – Spigolo nord (Gilberti-Soravito). Celso Gilberti e Oscar Soravito, 29 agosto 1932, 1600 m, VI. Trattasi della più lunga via delle Dolomiti e nettamente della più frequentata e classica via dell’Agnèr. Sale lo zoccolo di mughi sul versante nord est per poi continuare appena a destra del lunghissimo spigolo N, nel versante nord ovest. La roccia è sempre buona e, nella parte superiore, ottima. La chiodatura è sicura e ci sono molte possibilità di utilizzare assicurazioni naturali. Circa a metà percorso è possibile bivaccare molto comodamente in una cengia con mughi, dove è anche presente un grande masso dove potersi riparare. Necessaria una buona scorta di acqua.
Grazie per questa bella storia sull’alpinismo sul Monte Agner. Una montagna che incute un timore reverenziale. Ringrazio anche per aver ricordato tutti quelli che si sono cimentati in queste imprese. Ho avuto occasione di ricordare il cinquantennale della via di mio padre, festeggiato con lui e Massarotto in val s. Lucano.