I rilevamenti sul territorio erano difficoltosi e a volte perfino mortali, tanto che nei primi decenni di attività l’Istituto registrò ben cinquantatré deceduti in servizio.
Nel 1888 il cavalier Alfredo Fiechter lavorava come topografo per l’IGM da appena due anni. Era stato mandato in un remoto angolo del Bellunese con il compito di redigere la tavoletta “Cencenighe”. Compito che svolgeva con grande perizia, aiutato da alcune valenti guide di Alleghe incaricate di accompagnarlo su quelle montagne selvagge. Non sappiamo bene come ne sia venuto a conoscenza, forse parlando con le guide, o dalle relazioni dei primi esploratori che da lontano lo avevano intravisto, sta di fatto che il Fiechter fu il primo a inserire in una carta topografica il ghiacciaio della Civetta, che se ne stava appollaiato e ben nascosto in fondo alla Val dei Cantoni.
Era perfino riuscito a fare dei rilievi, ma a distanza: quel catino di ghiaccio infatti sembrava irraggiungibile e la sua lingua glaciale, che faceva capolino dall’alta Val dei Cantoni, si scorgeva solo da alcuni punti. E così il Fiechter, a forza di triangolazioni dai colli dell’altopiano di Pelsa, rilevò la quota della fronte e della sommità del ghiacciaio, registrandolo col nome le Giazzere (il fatto che comunque esistesse un nome dialettale fa pensare che qualcuno in valle, probabilmente i cacciatori, sapesse della presenza del misterioso ghiacciaio).
Ma che bel racconto!
Grazie!
Attendo la seconda puntata.
Grazie Marina!
Brava Silvia!
Racconto molto chiaro e coinvolgente.
Quelle persone non erano solo pionieri, ma possedevano una grande competenza, un profondo studio, una passione che non si basava sul salire sulla vetta a qualsiasi costo e più velocemente di altri, ma si basava sulla ricerca della conoscenza e sulla generosità della divulgazione.
Hai fatto bene a ricordare figure come queste. Grazie.
Grazie Vittorio!
Onteressantissimo grazie! Dove posso trovare le altre due parti?