Due solitudini

testo e foto di Saverio D'Eredità  / Udine

25/11/2017
4 min

La sosta era appesa nel posto peggiore di tutta la torre. Sotto il culo sprofondava quel vuoto nauseante e sopra di noi c’era appena qualche ruga da seguire fino in cima. Questa non era una via: era un viaggio allucinante nella mente di un pazzo furioso. Che motivo c’era di abbandonare la linea sicura di fessure incise nella parete per buttarsi in quel vuoto cosmico? Cosa avrà suggerito la minuscola cornice che traversa verso lo spigolo, ad Ernesto?

Me lo chiedevo mentre con le mani infilate nel fondo della fessura puntavo i piedi contro la parete. In quel punto, in quel preciso punto, intuii che stavo chiudendo la porta alle spalle. Che non ero più il quartogradista che ogni tanto si concedeva un lusso, come stappare una bottiglia di Barolo invecchiato o una poltrona in tribuna vip.

Stavamo varcando una soglia e lo sapevamo benissimo, quel giorno. La piccola nicchia erbosa era l’ultimo barlume di normalità. Appena un passo oltre era solo un’allucinante visione. Non sempre una cordata è quel simbolo di concordia ed amicizia che pretendiamo di mostrare. Lo è, anche. Ma ci sono situazioni in cui siamo solo due solitudini che condividono lunghi trefoli intrecciati di nylon.

Mai come quel giorno la nostra cordata fu una somma di individualità. Credo sinceramente che nessuno dei due volesse davvero fare quella via. Non c’era nessun piacere, né alcun ritorno. Desideravamo solo toccare con le nostre mani il ventre molle della paura, sentirne la fame chimica salire fino a vomitare. Due solitudini che si ritrovavano ad ogni sosta.

In quei brevi momenti fatti di comandi secchi e pochi commenti ci sentivamo forti. Sicuri. Un istante dopo eravamo nuovamente naufraghi in quel mare di pietra. Nuovamente soli. Ci scambiammo i materiali. Ogni gesto era misurato. Quasi trattenevamo il respiro, come se potesse bastare questo a tenerci appesi ai tre chiodini della sosta.

Logo Blogger Contest2017_300x175
Non sempre una cordata è quel simbolo di concordia ed amicizia che pretendiamo di mostrare.
Lo è, anche.
Saverio d'eredita_bc17_02

Un rinvio mi sfuggi di mano. Mi sembrò quasi che rimanesse sospeso pochi istanti prima di precipitare. Non lo seguii con lo sguardo. Non mi giunse nemmeno il suono del tocco al suolo.

Per tre volte Nicola tentò di partire dalla sosta e per tre volte tornò indietro. Ripeté lo stesso identico movimento senza venirne a capo. Alla terza vide un chiodo, nascosto dentro una fessura invisibile da sotto. Era quella la porta d’uscita. Tornò alla sosta.

Eravamo insieme, ma l’un l’altro soli. Ci sono poche cose che può fare un buon secondo di cordata. Recuperare il materiale. Essere svelto. Non mostrare segni di cedimento nemmeno alla decima ora di salita. Mantenere il buon umore. Incoraggiare il compagno. Gli dissi che poteva fare con calma. Potevamo fermarci anche mezz’ora. Che potevamo tornare indietro, anche se non lo credevo seriamente.

Vuoi bere?” dissi alla fine; che domanda idiota, pensai. Nicola invece non disse niente. Lui era già oltre la paura. Aveva visto il chiodo, sapeva cosa doveva fare. Solo trattenere il respiro un attimo in più. Crederci oltre quello che riteniamo lecito credere.

Non penso che il mio atteggiamento risoluto e controllato possa aver cambiato la nostra situazione. O magari sì.

So solo che alla terza volta Nicola passò il chiodo e andò oltre. Il resto fu nuovamente la mia e la sua solitudine, asimmetriche e parallele al tempo stesso. Quando poggiai le mani sul bordo della cima mi accorsi di respirare di nuovo. Nicola mi raccolse da quel vuoto come un marinaio un naufrago tra le onde. C’era ancora un po’di sole, poi la notte inghiottì ogni cosa.

Attorno a noi, attonite, fluttuavano le montagne, naufraghe anch’esse nella sera.

Saverio D'Eredità

Saverio D'Eredità

Palermitano di nascita, udinese d'adozione, alpinista (dilettante) per scelta. Camminare, scalare, sciare e scrivere sono i diversi modi in cui amo esplorare le montagne. Un giorno qualcuno gli chiese "ma cosa ci fa un palermitano sulla neve?” e da allora sta ancora cercando di dare una risposta. Nel frattempo scia, scala e scrive, ma nessuna di queste cose la prende veramente sul serio. Ha pubblicato alcune guide alpinistiche sulle Alpi Carniche e Giulie, condivide pensieri e racconti sul blog “Rampegoni”, ma ci tiene a precisare che tutto questo lo fa comunque nei ritagli di tempo, quando non si occupa di progetti europei e soprattutto dei figli.


Il mio blog | Rampegoni è un blog a quattro mani, ideato e sviluppato da Saverio D’Eredità e Carlo Piovan. Nato come costola dei siti web Rampegoni e Quartogrado, si propone di raccogliere spunti, pensieri, riflessioni sul mondo verticale e non solo, ampliando lo sguardo oltre i meri dati tecnici per tornare al vissuto dell’alpinismo.
Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Abbiamo scoperto i rumori della notte: il tramestio misterioso dell’erba smossa dal vento e... Abbiamo scoperto i rumori della notte: il tramestio misterioso dell’erba smossa dal vento e dalla rugiada, gli scalpiccii di sconosciuti ungulati. Urla, rantoli, fruscii...

Poche erano le cose che amava più di un sentiero di montagna. Lo scricchiolio della... Poche erano le cose che amava più di un sentiero di montagna. Lo scricchiolio della ghiaia sotto gli scarponi, le nuvole basse pronte a condensarsi...

La lezione di quella mattina sarebbe rimasta impressa a lungo nella mia mente. ... La lezione di quella mattina sarebbe rimasta impressa a lungo nella mia mente. ...

Amir In Val dei Cantoni non c’era nessuno, solo una coppia di escursionisti sul sentiero... Amir In Val dei Cantoni non c’era nessuno, solo una coppia di escursionisti sul sentiero che scaricava sassi. Amir abitava la pianura, un quartiere chiamato “il...

"E’ l’unico luogo in cui ci sia il silenzio, il vuoto, dura alcuni istanti... "E’ l’unico luogo in cui ci sia il silenzio, il vuoto, dura alcuni istanti dicono. Non si trova una soluzione meno drastica. Non esistono...

Montagne di rifiuti sono tutto ciò che, in certe circostanze, ci ritroviamo intorno alle... Montagne di rifiuti sono tutto ciò che, in certe circostanze, ci ritroviamo intorno alle nostre case quando facciamo ritorno dalla montagna. ...

“Quello non fu uno sciopero normale come tanti prima di allora, era stata rivolta…"... “Quello non fu uno sciopero normale come tanti prima di allora, era stata rivolta…" ...

N. avrà avuto undici anni - tra i dieci e i dodici comunque, anche... N. avrà avuto undici anni - tra i dieci e i dodici comunque, anche se l’età esatta non è fondamentale; importante, non fondamentale... ...

Una sera di inizio luglio dell’anno 2321 in una vecchia casa di pescatori nel... Una sera di inizio luglio dell’anno 2321 in una vecchia casa di pescatori nel fiordo di Ultima Speranza, Norvegia settentrionale. ...

Cammino con quel senso di lieve vertigine che si insinua nei pensieri e percorre... Cammino con quel senso di lieve vertigine che si insinua nei pensieri e percorre il corpo quando la visibilità si offusca. ...