La seconda edizione si è appena conclusa, i concorrenti sono partiti il 17 agosto ed avevano a disposizione fino al 31 agosto per portare a termine il percorso di 1700 km e 27.000 metri di dislivello. Al via si sono presentati 147 atleti provenienti da 27 nazioni. Solo 70 hanno terminato la gara, tra cui 46 solitari, 10 coppie e 4 singoli separati (singoli partiti in coppia).
Il percorso da affrontare era quanto di più impegnativo si potesse immaginare. Duro è dire poco visto che sono partiti da Bishkek, capitale del Kirghizistan, per poi lanciarsi verso le montagne in una estenuante corsa senza supporto. Infatti chi partecipa può contare solo sulla traccia del suo gps e per tutto il resto dove arrangiarsi e affrontare ogni tipo di terreno: single track, vecchie strade sovietiche cadute in rovina, salite impegnative (con passi oltre i 4000 metri), discese ripide su pietraie, guadi, frane, cascate, caldo, freddo, neve, fango, pochissimo asfalto e molti chilometri da fare a piedi, tutto in un’unica soluzione.
Insomma qualcosa per veri duri, uomini e donne non fa differenza visto che al secondo posto è arrivata l’americana Lael Wilcox (un tempo fenomenale di 7 giorni, 15 ore e 23 minuti, preceduta dallo slovacco Jakub Sliacan con 7 giorni, 6 ore e 46 minuti). Ogni partecipante doveva passare per tre punti di controllo dove riceveva un timbro per poi dirigersi verso l’ultimo check al traguardo posto a Cholpon Ata, sulla spiaggia a nord del lago Issyk-Kul e finalmente tracannarsi una fila di birre o gustare il tanto desiderato gelato.
Francisco Montoya Ramirez che ha tagliato il traguardo al sesto posto e l’anno scorso è arrivato quinto, ha dichiarato: «Quest’anno è stato dieci volte più difficile dell’anno scorso. Incredibile lo sforzo!» La corsa mette a dura prova muscoli, tendini, nervi e legamenti, il fisico e la mente; per non parlare della pelle con piaghe alle mani, sul sedere ed eruzioni da sudore. Aggiungete poi gli effetti da privazione del sonno e capite come questa gara sia un’avventura di livello estremo, dove il successo va ben oltre il posto in classifica, qualunque esso sia.
Sappiamo che ogni partecipante alla Silk Road ha una storia da raccontare, unica e avvincente. Noi siamo andati ad intervistare i primi due italiani giunti al traguardo: Luca Petrinka (8° posto: 9 giorni, 14 ore e 10 minuti) e Eric Scaggiante (19° posto: 11 giorni, 5 ore e 49 minuti). Con 19 anni compiuti proprio in Kyrgyzstan, Eric era il più giovane di tutta la compagnia; Luca invece di anni ne ha 39, si è messo a pedalare seriamente solo dal 2016 ma vanta una lunga esperienza di sport outdoor. Oltre alla passione per la bici li accomuna la provenienza Alto Adriatica (Luca è di Trieste e Eric di Spinea in provincia di Venezia) e un carattere forte e tenace, da veri campioni.
Di seguito l’intervista ad Eric e nella prossima puntata pubblicheremo quella a Luca.