Racconto

I TIMIDI DÈI DELLA TRAMONTANA

Per cominciare a ricostruire l’Appennino dentro di noi. Per rientrare nei luoghi abbandonati, sentirne le voci. Per andarci, passarci del tempo, non solo per sport o per divertimento, ma per riportarsene a casa un po’.

testo di Gian Luca Diamanti  / Terni

Foto di Giacomo Berardi su Unsplash
23/01/2024
3 min
L’inverno rende i boschi essenziali e le faggete più sacre di quanto lo siano in primavera e in autunno.

Nelle giornate di tramontana le faggete ululano al cielo, ma te lo lasciano vedere, te lo indicano quasi, ti fanno alzare la testa e lo sguardo. L’azzurro, il biancore dei rami spogli e dei tronchi come colonne antiche, il tappeto di foglie, la terra gelata che crocchia sotto le suole degli scarponi. In mezzo ci sei tu. Dentro. Finalmente dentro qualcosa di reale.

Nella complessità delle strategie del riabitare l’Appennino abbandonato c’è anche questo. Andarci, passarci del tempo, non solo per sport o per divertimento, ma per riportarsene a casa un po’. Per cominciare a ricostruire l’Appennino dentro di noi. Per rientrare nei luoghi abbandonati, sentirne le voci.

Cosa ci farai con queste sensazioni? Non si sa. Lo sai solo tu, anzi lo sa la tua anima più profonda e più antica. Quella appenninica e italica. Intanto oggi hai di nuovo assaggiato il benessere della fatica di una salita senza meta, della stanchezza, di una birra alla fine della passeggiata, dei gatti che ti vengono incontro, di un piatto di pasta insieme. Hai giocato a confondere la tua ombra con quella dei tronchi degli alberi. Hai seguito le tracce dei selvatici. Hai sperimentato la malinconia di una casa abbandonata, di un bosco non curato, di un eremo senza eremiti. Ma hai visto il cielo e il sole come non li potrai mai vedere in uno schermo o in un poster. Te ne potrai ricordare, sempre, in ogni tua azione, se vorrai.

Foto di Vincenzo De Simone su Unsplash
foto di Gian Luca Diamanti

Riabitare l’abbandono significa prima di tutto provare a fare un’operazione culturale. Prima bisogna tornare a parlare con i luoghi e a percepirli.

Riabitare l’abbandono significa prima di tutto provare a fare un’operazione culturale. Significa il superamento dell’ipertecnologia e dell’iperecononia. Significa accettare di nuovo di fare i conti con la natura piuttosto che solo con il proprio io. Ma la ricostruzione dei villaggi, dei paesi, delle case, forse anche di una nuova economia, di un nuovo rapporto con il paesaggio, son tutte questioni che vengono dopo.

Prima bisogna tornare a parlare con i luoghi e a percepirli.

Ogni luogo nasconde una mitologia. Gli dèi si nascondono ma i luoghi che li hanno generati restano. Quando Hölderlin, Heine, Shelling cercavano di rifondare una mitologia che sostenesse idee nuove, non trovavano gli dèi dell’oggi e neanche le comunità adatte a riconoscerne i misteri: perciò erano costretti ad evocarli con i nomi antichi.

Ripartire dai luoghi essenziali d’Appennino, in una giornata di tramontana e faggete significa camminare per cercare di rimettersi in contatto con dèi che forse han cambiato nome, ma che, timidamente, si nascondono dietro i tronchi e lassù tra i rami mossi dal vento. Significa provare a riaprire le porte, prima ancora che ricostruire materialmente le case. Significa provare ad ascoltare il canto di Orfeo reinterpretandolo nella modernità.

I luoghi erano e restano le porte. I luoghi naturali o quelli sui quali le generazioni passate hanno lasciato un segnavia, che non è facile da vedere come quelli del Cai, ma che indica il sentiero lungo e tortuoso verso un Appennino riabitato non solo da uomini e donne, ma anche da un nuovo senso del sacro.

Gian Luca Diamanti

Gian Luca Diamanti

A valle faccio il giornalista e mi occupo di comunicazione pubblica; in montagna cammino in cerca di libertà insieme ai “Vagabondi della Valnerina”.


Il mio blog | Appennini, è un blog sulla spina dorsale d’Italia, le montagne dove tutto è iniziato, dove ancora possiamo andare a cercare la nostra anima e a mettere ordine alle idee. Perché di lassù si vede meglio e più lontano. E l’aria è pulita – www.appenniniweb.it
Link al blog

1 commenti:

  1. Una storia molto bella e molto importante per l’ambiente e la montagna!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Storto e serpeggiante contro ogni senso pratico, era posto in una valletta stretta ed... Storto e serpeggiante contro ogni senso pratico, era posto in una valletta stretta ed incassata, vicino alla neve, sotto la punta di una vetta...

L’idea è di raccontare piccole cose, storie brevi e vere, fotografie di una giornata... L’idea è di raccontare piccole cose, storie brevi e vere, fotografie di una giornata nelle terre alte. E capire, un poco di più, forse...

Un rumore sordo e intenso ci risvegliò dal nostro torpore all’interno di quella che... Un rumore sordo e intenso ci risvegliò dal nostro torpore all’interno di quella che era una miniera di ferro abbandonata ...

PRENDI LA CINQUECENTO E SCAPPA Quella volta avevamo così voglia di evadere che siamo scappati,... PRENDI LA CINQUECENTO E SCAPPA Quella volta avevamo così voglia di evadere che siamo scappati, in quattro amici, con una vecchia cinquecento. Naturalmente il tettuccio...

Io e il mio amico Federico siamo sulla Marmolada con zaino e ramponi, pronti... Io e il mio amico Federico siamo sulla Marmolada con zaino e ramponi, pronti a goderci una bella giornata. Il ghiacciaio è ancora lontano...

Le pietre di arenaria cupa, ancora umida dal passato acquazzone, ornano di corsi regolari... Le pietre di arenaria cupa, ancora umida dal passato acquazzone, ornano di corsi regolari il movimento continuo del costruito storico; enormi mura cinquecentesche, fluide...

La Polonia è un Paese che mi affascina e ci torno sempre con piacere,... La Polonia è un Paese che mi affascina e ci torno sempre con piacere, per la voglia di conoscerla meglio. Le persone di mezza età,...

Una salita che discende lungo il mistero del femminile, a come si confronta con... Una salita che discende lungo il mistero del femminile, a come si confronta con meraviglia e terrore dinnanzi al potenziale generativo manifestato nella maternità. Un racconto...

Matanë Malit è il titolo del primo album della cantante albanese Elina Duni. Matanë... Matanë Malit è il titolo del primo album della cantante albanese Elina Duni. Matanë Malit significa “oltre le montagne”. ...

"Qualunque gesto d’amore verrà fatto al più piccolo dei fratelli di Gesù riceverà Gesù... "Qualunque gesto d’amore verrà fatto al più piccolo dei fratelli di Gesù riceverà Gesù tra le sue braccia" e depositò Gesù tra le mani...