Racconto

Vagabondo part-time

Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il senso principale era quello di non sapere al mattino dove si sarebbe dormito la sera.

testo e foto di Gabriele Villa

Bivacco con vista Sassolungo e momenti di vagabondaggio dolomitico
04/02/2018
5 min

All’inizio fummo vagabondi per necessità.
Eravamo una mezza dozzina di ragazzini, senza mezzi di spostamento, in un paesino di montagna con vista sulla Nord-Ovest del Civetta, guardavamo quel castello di rocce, mentre scorazzavamo sui pendii di erbe e sassi del dirimpettaio Sasso Bianco.
Miravamo alle cime, ma tutto era meta, tutto quello che fino a un anno prima faceva parte dei divieti, uno in pratica, non allontanarsi dal paese.

Avevo diciassette anni, mio cugino e gli altri amici pochi meno.
Dieci anni dopo, cominciai ad arrampicare e il vagabondare divenne verticale, soprattutto quando si sbagliava via o il calcolo dei tempi e si doveva improvvisare.
Erano stress, ma quanto era avventuroso rientrare a notte fonda, al chiaro della luna, ma anche no, riuscendo a malapena a distinguere la traccia del sentiero che ti riportava a casa?
Poi arrivò l’imprinting, una foto in bianco e nero sul libro “Tra zero e ottomila” di Kurt Diemberger: due giovani con gli zaini sulla schiena da cui sporgevano corde da arrampicata, sacchi a pelo, tegamini per scaldare il cibo e una didascalia, “i vagabondi della montagna”. Quello era il sogno e trovai il compagno giusto per condividerlo, facemmo ciò che faceva Diemberger con l’amico Wolfi, in piccolo, perché entrambi avevamo un lavoro fisso ed eravamo alpinisti domenicali, di belle speranze, ma poca esperienza.

Andavamo via tutti i fine settimana, dormendo in auto, a volte in tenda, altre nei “tabià” che, all’inizio degli anni ’80, trovavi quasi tutti aperti e pieni di fieno.
In agosto poi, la settimana intera di ferie era l’apoteosi.
Era il vagabondaggio desiderato, con tenda, fornello, sacco a pelo, utensileria da tavola, necessario per lavarsi nei torrenti e un minimo per cambiarsi, oltre al materiale da arrampicata, naturalmente, perché quella era la “benzina” del nostro motore.
Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il senso principale era quello di non sapere al mattino dove si sarebbe dormito la sera, e la speranza di trovare un prato e una notte serena per dormire senza la tenda e con il firmamento stellato che ti riempiva gli occhi. Infatti, in quel periodo, tenevo non solo il diario delle arrampicate, ma anche quello dei bivacchi e nel 1979 furono trentacinque.
Gli impegni di lavoro e poi quelli della famiglia mi hanno sempre impedito di diventare un vagabondo a pieno titolo, così come di impegnarmi in avventure extraeuropee.
Mi sono accontentato di essere un vagabondo più nello spirito che nei fatti.
Un vagabondo par-time.

Logo Blogger-contest-2016

[ 2 classificato bc.2016 ]

Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il senso principale era quello di non sapere al mattino dove si sarebbe dormito la sera.

Gabriele Villa

Frequento la montagna fin da ragazzo come escursionista, ciaspolatore, arrampicatore. Come Istruttore di alpinismo ho operato nel CAI per una quarantina d’anni. Amo scrivere per raccontare cose di montagna e assieme ad amici gestisco il sito intraigiarùn che vuol essere un invito e uno stimolo alla scrittura.


Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Sarebbe riduttivo definire questa serata semplicemente come la "premiazione del Blogger Contest.2018", in realtà... Sarebbe riduttivo definire questa serata semplicemente come la "premiazione del Blogger Contest.2018", in realtà è stata molto di più....

Liberamente ispirato alla salita alla vetta del monte Velino (2487 m): la bella signora... Liberamente ispirato alla salita alla vetta del monte Velino (2487 m): la bella signora conquistata in un afoso sabato d’estate...

Consigli di buone letture per l'estate da mettere nello zaino. In questa prima puntata... Consigli di buone letture per l'estate da mettere nello zaino. In questa prima puntata quattro libri che stanno comodi nello zaino e a fine...

Paonazzo era paonazzo, e le vene del collo pulsavano forte. Gli occhi gli uscivano dalle... Paonazzo era paonazzo, e le vene del collo pulsavano forte. Gli occhi gli uscivano dalle orbite. Mi ha anche sputacchiato addosso, senza accorgersene. - Basta, basta, basta!...

Cosa cerchiamo nelle nostre ascese verso l’alto?... Cosa cerchiamo nelle nostre ascese verso l’alto?...

Figlio d’arte, scultore e alpinista, Barry Bona coniuga il talento artistico con la passione... Figlio d’arte, scultore e alpinista, Barry Bona coniuga il talento artistico con la passione per la montagna nel rispetto per la madre terra (non...

Non trovo spiegazioni, non ci sono spiegazioni. Così rimane lì sospesa da qualche parte... Non trovo spiegazioni, non ci sono spiegazioni. Così rimane lì sospesa da qualche parte nella mente, ogni tanto riaffiora e poi ritorna subito al...

In occasione della Réunion di Altitudini, Luciano Caminati scopre le Alpi Feltrine, sente parlare... In occasione della Réunion di Altitudini, Luciano Caminati scopre le Alpi Feltrine, sente parlare di California e dei Piani Eterni, di luoghi suggestivi ma...

Per ovviare al peggio, decisi di fare una vacanza, circondata dalla natura e distante... Per ovviare al peggio, decisi di fare una vacanza, circondata dalla natura e distante dalla quotidianità. Scelsi l'Irlanda con la segreta speranza che il...

La sveglia suona che fuori è ancora buio. Fa piuttosto freddo anche se siamo... La sveglia suona che fuori è ancora buio. Fa piuttosto freddo anche se siamo solo a metà settembre. Getto uno sguardo nell'angolo della stanza dove...