Al centro la stradina sterrata arriva alla cascina: ha il portico che si affaccia sul cortile, il terrazzo in legno vecchio, pannocchie appese e qualche vecchio utensile che non viene usato da tempo. Sulla sinistra disegna la stalla, il fienile dove viene riposto il fieno ben secco, dopo ogni taglio estivo, il porcile accanto al caco e le gabbie dei conigli all’ingresso del pollaio; sul fondo la vigna; tutt’attorno campi di granturco e barbabietole da zucchero. La vita contadina di una volta, governata dalle leggi della natura e delle stagioni, limitata, ma solida e genuina; difficile immaginare che la tecnologia più sofisticata un giorno potesse mescolarsi ad olezzi e deiezioni animali per diventare osservatore ravvicinato del loro quotidiano.
Nat.al.ina ha invece tessuto la rete di comunicazione fra le stazioni di controllo: web, ragnatela, il frutto del lavoro di un ragno. Anni prima c’erano stati i sistemi di quinta generazione, garantivano velocità elevata, ottima copertura, straordinaria efficienza dei segnali. Spinti dall’incertezza nel futuro, gli informatici avevano poi impiegato le loro competenze ed energie per sviluppare forme di trasmissione ultra avanzata, che sarebbero risultate di vitale importanza in caso di disastri. Negli ultimi decenni infatti i fenomeni naturali estremi ed estremamente distruttivi erano andati aumentando: mesi di siccità e arsura opprimente si alternavano ad ondate di piogge violente e uragani, in cui l’acqua impregnava le zolle aride della terra, rendendola molle e instabile; i dissesti idrogeologici erano abbondanti e diffusi in tutto il pianeta. Il livello di alcune zone di mare era salito lento, ma inesorabile e molte zone costiere erano state prima inondate e poi sommerse.
Avevamo detto addio ad Eleuthera e Great Abaco, nell’arcipelago delle Bahamas, alla loro sabbia finissima dispersa in acqua, alle palme, a centinaia, bruciate dalla salinità dell’oceano; a quartieri di Miami in cui ville lussuose avevano affaccio e approdo per le loro barche sulle lingue di mare infilate fra i lembi di terra. Addio alle Everglades, splendide paludi navigabili, una volta terre di nativi americani, coccodrilli e fenicotteri rosa. A Edam, a Delft, fiabesche cittadine olandesi, non c’era quasi più traccia dei canali che erano soliti ghiacciare d’inverno e avevano fatto da sfondo ad uno dei libri della mia infanzia; la Baltic Sea Route, la pista ciclabile più lunga di Danimarca, che si dipanava per 820 chilometri dalla Selandia allo Jutland del sud, non era più visibile nei lunghi tratti a ridosso della costa bassa. Ingoiata dalle acque una porzione di sud est asiatico: cristalline lagune tailandesi, isole indonesiane, Bali, Lombok, col loro odore di umidità e di spezie, le foreste di mangrovie, la vegetazione che travolgeva tutto.