Recensione

UN ATLANTE IN SALITA, CON CURVE PANORAMICHE

Un viaggio narrativo lungo e tortuoso come le strade per i passi appenninici, ma con ottime vedute. Opera prima di Elisa Veronesi, narra l’interazione tra storie di vita e ambiente, e invita ciascuno di noi a rintracciare quali sono i legami e gli incontri con il mondo naturale che hanno segnato o che potrebbero segnare la propria esistenza.

Recensione di Gian Luca Diamanti  / Terni

12/02/2024
4 min
Ci sono molti modi di raccontare l’Appennino. Elisa Veronesi in “Atlante Appennino” ne sceglie uno piuttosto complesso.

Un viaggio narrativo lungo e tortuoso come le strade per i passi appenninici, ma con ottime vedute. Si parte – e parlando d’Appennino non poteva essere altrimenti – dalla perdita. L’autrice è distante dal suo Appennino, quello tosco-emiliano per intenderci.

“Avevo cercato talmente tanto altrove che non sapevo più dire com’era quel luogo… Sperimentavo la perdita del territorio?… che oggi caratterizza buona parte dell’umanità”. Così un’immagine nuova e allo stesso tempo antica della sua terra, quasi per sottrazione, riemerge dalla nebbia dei ricordi e dal mare della costa francese dove Elisa Veronesi si è trasferita. “Esistono in noi paesaggi assopiti che serve risvegliare”.

E che Appennino si risveglia nell’autrice? Un Appennino controverso: dolce come quello delle esperienze della sua infanzia nel paese, a le Caselle, nella ex scuola e poi nel capoluogo montano a Castelnovo ne’ Monti, sotto la più bislacca, la più stregata e la più affascinante delle montagne, la Pietra di Bismantova. Duro, rassegnato e brutale come quello dei disperati spaesati del racconto “Mountain Snow”, con i suoi protagonisti post-appenninici, trafficanti di droga, in una terra che ha rinunciato, o ha dovuto rinunciare, ai suoi mestieri, al suo lavoro e sembra lasciare poche scelte di vita a chi resta abbandonato e depresso in bar di paese affollati solo di slot machine.

Eppure non è questo, non è solo questo, e superato un altro tornante della strada in salita, “Atlante Appennino” ci porta nei boschi, perfino all’incontro con gli animali selvatici che è sempre “il riconoscimento di un’esistenza di grandezza diversa da quella dell’essere umano”. Ci guida sulle cime, alla scoperta del “tempo del camminare”, del camminare in salita in particolare, quando “si perde la memoria, ci si libera dal peso del momento e si accede ad altre memorie”. Ci accompagna nei paesi, alla rappresentazione del Maggio drammatico, sulle strade, nella neve, nelle case. Con la scoperta – in quest’ultimo caso – della differenza tra le case d’Appennino che sono formate da un dentro e da un fuori e la casa di città che spesso “ci separa dal resto, cullandoci nell’illusione del nostro essere autonomi, liberi e soli”.

L’Atlante non dimentica un’altra questione che sta alla base del futuro dell’Appennino, ovvero la sua possibile trasformazione in un parco a tema turistico. Lo fa ricordando i guai della prima ondata turistica, quella degli anni Settanta, delle seconde case, o degli improbabili impianti di risalita. E anche di quella attuale, nella quale il mondo contadino e la civiltà agricola, dopo aver patito i danni devastanti di un’economia che è andata in un’altra direzione, rischiano di subire anche la beffa di essere ridotti a puro e semplice simulacro/attrazione per turisti. Ma indica, infine, anche una strada diversa: “tornare sui nostri propri passi e andare a occupare quegli spazi che sono rimasti vuoti”. Di sicuro diversamente, dopo aver fatto l’esperienza del “pieno”. E probabilmente dietro l’ultima curva non percorsa in quest’Atlante c’è anche quel genius loci che potrebbe e dovrebbe tornare a parlarci e a ispirarci nelle visioni future d’Appennino.

Elisa Veronesi
Atlante d’Appennino – Un’ecobiografia

Autore: Elisa Veronesi
Editore: Piano B
Pagine: 180
Prezzo di copertina: € 15,00

Piano B

Gian Luca Diamanti

Gian Luca Diamanti

A valle faccio il giornalista e mi occupo di comunicazione pubblica; in montagna cammino in cerca di libertà insieme ai “Vagabondi della Valnerina”.


Il mio blog | Appennini, è un blog sulla spina dorsale d’Italia, le montagne dove tutto è iniziato, dove ancora possiamo andare a cercare la nostra anima e a mettere ordine alle idee. Perché di lassù si vede meglio e più lontano. E l’aria è pulita – www.appenniniweb.it
Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

Catene montuose simili a quelle terrestri attendono i futuri alpinisti lunari. Ma come sono... Catene montuose simili a quelle terrestri attendono i futuri alpinisti lunari. Ma come sono le montagne lunari? ...

Arrivai a Sydney con i capelli lunghi e in tasca 150 mila lire, senza... Arrivai a Sydney con i capelli lunghi e in tasca 150 mila lire, senza conoscere nemmeno una parola d’inglese e nessuna paura. Trovare un...

Che di festival siano state invase le Alpi non è notizia sconosciuta ai più. Nuovo... Che di festival siano state invase le Alpi non è notizia sconosciuta ai più. Nuovo genere di fruizione della montagna, «non c’è dubbio che (questi)...

Quando penso: “macacchio, sonoinchiodataaterra”, mi guardo sotto la cintola e vedo una grossa coscia... Quando penso: “macacchio, sonoinchiodataaterra”, mi guardo sotto la cintola e vedo una grossa coscia farsi largo contro la forza di gravità, seguita faticosamente a...

Sul tavolo c’è un articolo di inizio millennio scritto da Umberto Eco, un paio... Sul tavolo c’è un articolo di inizio millennio scritto da Umberto Eco, un paio di vinili anni ’70, una grande scatola di ricordi sonori,...

Colpiva la mia essenza lasciandomi inerme oggetto del vento, chiedendomi quante altre pelli prima... Colpiva la mia essenza lasciandomi inerme oggetto del vento, chiedendomi quante altre pelli prima di infrangersi sulla mia erano state scoglio per quell’effluvio. ...

Scegliamo coscientemente di non dare alla luce una nuova vita. Scegliamo invece di dare nuova... Scegliamo coscientemente di non dare alla luce una nuova vita. Scegliamo invece di dare nuova luce ad una vita. ...

Uno dei colori più rappresentativi di quella terra è il bianco; simboleggia il latte,... Uno dei colori più rappresentativi di quella terra è il bianco; simboleggia il latte, quindi il nutrimento, tanto per le persone che per gli...

Erano i giorni dell’Adventsfenster, un’antica tradizione che passeggiava saltellando per i vicoli e lasciava... Erano i giorni dell’Adventsfenster, un’antica tradizione che passeggiava saltellando per i vicoli e lasciava sulla neve impronte nitide, persistenti. ...

Liberamente ispirato alla salita alla vetta del monte Velino (2487 m): la bella signora... Liberamente ispirato alla salita alla vetta del monte Velino (2487 m): la bella signora conquistata in un afoso sabato d’estate ...