Una dura lezione fra cascate e stelle

testo e foto di Roberto Ciri

Il masso su cui abbiamo passato la notte
04/10/2017
4 min

Cosa può succedere se si mettono insieme 4 amici con la comune passione per la montagna e le immersioni, per le corde e i moschettoni, per le pinne e i ramponi? Succede che si comincia ad andare in giro per ghiacciai, pareti rocciose, deserti, scogliere marine e in qualunque altro luogo la fantasia ti conduca. È così che all’inizio dell’autunno si fa strada l’idea di cimentarsi in una nuova attività per noi ancora inesplorata: la discesa di cascate con la corda, altresì detta torrentismo.

Così partiamo per un lungo canyon nel veronese, gettiamo giù la corda e… ci buttiamo!

L’antipasto è una prima calata di circa 30 m, poi la discesa si fa più entusiasmante man mano che il canyon diventa più ripido e stretto, con forre larghe 5-6 metri e una serie di cascate che si gettano in profonde vasche tormentate da gorghi di freddissima acqua.

Ad ogni calata siamo immersi nel getto d’acqua che ci spinge in basso imponendoci l’unica direzione da seguire, mentre il fragore assordante confonde le nostre parole. Evitiamo di attrezzare le doppie su alcune calate tuffandoci direttamente nelle pozze, risparmiando così del tempo prezioso, troppo spesso sprecato a sciogliere le corde aggrovigliate per effetto del turbinio dell’acqua. Ma l’imprevisto è sempre in agguato: un gorgo inghiotte una delle due corde, spingendola sul fondo di una vasca, la cui profondità rende vano ogni nostro tentativo di recuperarla. La corda non era ben legata alle spalle di uno di noi, un errore che potrebbe costarci caro.

Rimaniamo così con una sola corda che, immancabilmente, rimane incastrata in un ancoraggio! La sola idea ci fa rabbrividire più del freddo: non è possibile risalire e tantomeno scendere, per cui non resta che tirare. Per nostra grande fortuna si disincaglia, recuperata!

Logo Blogger Contest2017_300x175
Rimaniamo così con una sola corda che, immancabilmente, rimane incastrata in un ancoraggio!
Calata in doppia lungo una delle cascate
Calata in doppia lungo una delle cascate

Ci attardiamo troppo, dalla profondità della stretta gola si intravede una striscia di cielo e ci accorgiamo che il buio sta per sopraggiungere. Cerchiamo di fare più in fretta possibile, ma all’ennesima calata ci rendiamo conto che è troppo buio anche per trovare l’ancoraggio successivo. Increduli ci arrendiamo alla notte: non ci resta che cercare un luogo dove trascorrere la notte.

Siamo bagnati, stanchi, infreddoliti e affamati, ma il morale è alto. Ci troviamo nel punto più profondo e stretto, l’ambiente è spettacolare, ma non ci conforta. Le pareti intorno a noi, strapiombanti e levigate dall’acqua, sono alte fino a 60-80 metri: non abbiamo nessuna possibilità di metterci in contatto con alcuna anima viva, siamo come topi in trappola. Attraverso la stretta fessura fra le pareti vediamo comparire le stelle, freddi occhi luccicanti che ci osservano come per chiederci cosa ci facciamo laggiù, rannicchiati sopra un masso, circondati dall’acqua che scorre senza sosta e da cascate che sopra e sotto di noi precipitano nel buio.

Finalmente l’alba, circa 12 ore dopo. Ci rialziamo con le ossa cigolanti, ci aspettano ancora varie calate e tuffi in acqua gelida, fino ad un grande salto in cui evitiamo di fare un’unica calata, errore per cui molti rimangono bloccati, in quanto per effetto elastico la corda risale e non si riesce a recuperarla. Siamo ormai nauseati da tutta l’acqua che ci sta attorno e che ci inzuppa l’attrezzatura. Solo verso le 11, fuori dal torrente, mettiamo piede sul sentiero che ci porterà fino alla strada e al parcheggio. Ci eravamo fidati erroneamente di una relazione troppo sintetica, della nostra sicurezza e dell’idea che, dopo tutto, si trattava solo di fare delle calate a corda doppia. In compenso è stata una bella lezione e un’intensa esperienza che ha rafforzato la nostra amicizia, in quella incredibile notte di libertà fra cascate e stelle.

Roberto Ciri

Ideatore del sito web vienormali.it mi occupo di divulgazione della montagna. La passione per la storia dell'alpinismo mi hanno portato ad interessarsi alle vie normali delle cime. Dal 2012 collaboro con l'editore Idea Montagna con cui ho pubblicato varie guide escursionistiche e alpinistiche. Dal 2014 sono Socio Accademico del GISM.


Link al blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esplora altre storie

"Pensare di scalare il Campanile era uno di quei sogni nel cassetto che coltivava... "Pensare di scalare il Campanile era uno di quei sogni nel cassetto che coltivava da anni, non si sentiva mai sufficientemente sicura, nonostante i...

È possibile ritrattare la storia dell’alpinismo e riscriverne una nuova? Nel saggio “Controstoria dell’alpinismo”... È possibile ritrattare la storia dell’alpinismo e riscriverne una nuova? Nel saggio “Controstoria dell’alpinismo” appena pubblicato da Laterza, Andrea Zannini prova a farlo raddrizzando...

Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il... Vagabondare per noi era andare dove ci portava la voglia di arrampicare, ma il senso principale era quello di non sapere al mattino dove...

Gocce scendono regolari con un ritmo ipnotico che riempie il silenzio. Mi guardo allo specchio,... Gocce scendono regolari con un ritmo ipnotico che riempie il silenzio. Mi guardo allo specchio, le domande iniziano ad accavallarsi nella mia testa, penso a...

Viola andava per i nove anni, era magra e curva, aveva arti nodosi, duri... Viola andava per i nove anni, era magra e curva, aveva arti nodosi, duri ma ancora piuttosto agili, e dal reticolato di capillari erano...

Una sera di inizio luglio dell’anno 2321 in una vecchia casa di pescatori nel... Una sera di inizio luglio dell’anno 2321 in una vecchia casa di pescatori nel fiordo di Ultima Speranza, Norvegia settentrionale....

Nel cuore della Calabria, nel Parco Nazionale della Sila, si è da poco conclusa... Nel cuore della Calabria, nel Parco Nazionale della Sila, si è da poco conclusa la Sila3Vette, una prova multisport invernale di resistenza, sullo stile...

“On a trip to cirrus minor, saw a crater in the sun A thousand miles... “On a trip to cirrus minor, saw a crater in the sun A thousand miles of moonlight later”. Cirrus Minor, Pink Floyd Estate 1979, Monte Bianco. Due luci...

Pendici dell'Etna. Alle tue spalle piazze vuote e colme di luce abbacinante, pullman inchiodati... Pendici dell'Etna. Alle tue spalle piazze vuote e colme di luce abbacinante, pullman inchiodati alle fermate ansimanti con i condizionatori al massimo....

Il clima qui è proprio un altro. Ricordo quando l’anno scorso sono arrivato in... Il clima qui è proprio un altro. Ricordo quando l’anno scorso sono arrivato in aereo ad Edimburgo verso sera. Nuvole scure, temperature basse. Pioggia...