Una di quelle persone è Sergio. Un amico e appassionato di montagna.
Con lui in quella zona rosso-arancio potevamo muoverci per sgranchire le gambe lungo la Valbrenta, per fortuna un lungo e alto Comune, tanto che, in quell’inverno speciale, si poteva partire dal fiume ed arrivare alla cima più alta tutto con gli sci. È stata una cosa meravigliosa, qui non succede mai. Non sto scherzando, in quarant’anni non l’avevo mai visto.
Quel giorno un tunnel ci avrebbe letteralmente aperto un varco verso una strada normalmente libera dalla neve, ma che in quel momento era lì, bianca, fuori dall’oscurità dalla quale volevamo uscire.
All’inizio non era facile muoversi tra i piccoli alberi del folto e trascurato bosco di carpini ed ornielli della bassa valle, mica sono abituati loro al peso della neve. Le loro fronde a volte ci ostruivano il passaggio, ma delicatamente ci facevamo largo bagnandoci la faccia e la bocca di una neve che si faceva pesante.
Che bellissimo racconto, grazie mille Matteo! Buon Natale
… Chi fa le cose con il cuore si distingue sempre!
Ciao Marco, sono ritornato qui ed ecco che ti rispondo con un po’ di ritardo ahah.
Grazie e facciamo silenzio 🙂
Grazie Matteo, questo racconto evidenzia una sensibilità unica!
Grazie Maria Angela, forse ho preso da qualcuno!
Bisognerebbe inventare una macchina per produrre il silenzio…
Facciamo una start-up?
Grazie Matteo e grazie Sergio per aver condiviso con noi questo fantastico momento.
Ciao Andrea, leggo solo ora, mi sa che ho fatto troppo silenzio 🙂
Grazie!